Circuito di Zandvoort

10/01/2021
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Circuito di Zandvoort
Circuito di Zandvoort
Il circuito di Zandvoort (Circuit Zandvoort) è un tracciato per competizioni automobilistiche che si trova nelle vicinanze dell'omonima cittadina, stazione balneare sulla costa olandese del Mare del Nord. In questa città si erano già tenute competizioni motoristiche nel 1939 su un circuito cittadino e il successo di tali manifestazioni aveva convinto il sindaco a realizzare un tracciato permanente nell'immediata periferia della città, ma lo scoppio della Seconda guerra mondiale fece sì che esso venisse completato solo nel 1948. Ha ospitato tutte le trenta edizioni del Gran Premio d'Olanda di Formula 1 (dal 1952 al 1953, nel 1955, dal 1958 al 1971 e dal 1973 al 1985), oltre al "Gran Premio di Zandvoort" nel 1949. Il 14 maggio 2019 è stato ufficialmente reinserito nel calendario di Formula 1, a partire dalla stagione 2020, con una convalida di tre anni, ma successivamente posticipato al 2021, a causa della pandemia di COVID-19. Costruito estramamente vicino al mare, il circuito, molto apprezzato dai piloti, ha l'insidia aggiuntiva del vento che porta sul tracciato la sabbia della spiaggia. Il tracciato presenta marcate variazioni altimetriche di almeno 7.92 metri di differenza; tra i tratti caratteristici è da ricordare la curva Tarzan (nome originale olandese Tarzanbocht), un secco tornante a destra subito alla fine del rettilineo di partenza caratterizzato da una marcata sopraelevazione, e il velocissimo tratto che si affronta "a tavoletta" lungo la cresta Hunse (Hunserug) e salendo attraverso la curva Rob Slotemaker (Rob Slotemakerbocht), per andare a frenare una volta raggiunta la cima delle dune, dove scollinando si affronta la veloce e cieca Scheivlak. I tratti citati sono ancora presenti nella configurazione attuale del tracciato, ma in passato vi erano altri tratti molto impegnativi, come le due curve Hondenvlak, un velocissimo sinistra-destra da affrontare ad acceleratore completamente aperto e la veloce combinazione delle curve destra-sinistra Pulleveld e Bos In che segnava l'ingresso nel bosco allora presente in quel punto, definita dal pilota olandese Rob Slotemaker "la differenza tra i ragazzi e gli uomini veri". Su questo circuito persero la vita Piers Courage nel 1970 e Roger Williamson nel 1973, quest'ultimo perito in un incendio seguito all'impatto contro le barriere installate a ridosso della pista proprio in vista della gara di quell'anno e ai quali gli organizzatori si erano sempre fermamente opposti, ritenendo più sicuro il sistema delle reti di arresto. Nel 1973, dietro pressione della Grand Prix Drivers' Association (il "sindacato" dei piloti di Formula 1) furono installate lungo tutta la pista le barriere protettive in acciaio, il cosiddetto guard rail e il tracciato fu modificato con l'introduzione di una chicane, denominata Panoramabocht, al posto delle curve Pulleveld e Bos in, poi nel 1979 fu realizzata in fretta e furia una chicane provvisoria all'altezza della seconda curva Hondenvlak che, dimostratasi inefficace nel rallentare i concorrenti, fu sostituita nel 1980 dalla definitiva chicane Marlboro. Alla fine degli anni ottanta l'espansione urbana ai margini dell'autodromo (nei pressi della Panoramabocht) aumentò il malcontento dei residenti nei confronti dell'attività del circuito. Questo, unito al declino dell'impianto, portò alla decisione degli amministratori locali di ridimensionare lo sviluppo del tracciato e di vendere nel 1987 alla società alberghiera Vendorado circa la metà del terreno su cui sorgeva il circuito, dove furono realizzate un campo da golf e un'ulteriore zona residenziale. Fu realizzata allora una nuova tortuosa sezione che deviava dalla vecchia pista subito dopo la Hunserug con uno stretto tornante a destra (Toyotabocht), si sviluppava nell'area che circonda i box e si raccordava con il rettilineo di partenza mediante una nuova Bos Uit sopraelevata come la vecchia curva omonima e posta qualche centinaio di metri più vicino al traguardo; la lunghezza fu quindi ridotta a soli 2.526 metri. In seguito tale scelta è stata in parte riconsiderata e alla fine degli anni novanta la pista, nel frattempo denominata Interim Club Circuit, è stata allungata di nuovo riutilizzando un segmento del tracciato originale (fin quasi alla chicane Marlboro) e realizzando ex-novo circa un chilometro di nastro d'asfalto, perdendo però irrimediabilmente il suo carattere di pista medio-veloce per trasformarsi in un tracciato contorto e lento. A novembre del 2018 i media annunciarono che la Formula 1 sarebbe ritornata in Olanda entro il 2020, la notizia venne presa con entusiasmo visto che la massima categoria fu assente dal 1985, per quest'occasione è stato consigliato ai manager del circuito di apporvi alcune modifiche al tracciato per rispettare le nuove norme di sicurezza, queste modifiche includono che la curva finale denominata Hugenholtzbocht dovrà diventare una curva sopraelevata per permettere alle vetture di sfruttare la pendenza e così da ottenere velocità superiori in uscita e il miglioramento delle strutture e servizi, per le spese di messa a norma si è offerto il comune di Zandvoort che pagò 4 milioni di euro. I progetti vennero affidati all'italiana Dromo, che permise alle imprese locali di realizzare due curve sopraelevate con una progressione variabile. La T3 con una sezione calcolata secondo la serie di Fibonacci con pendenza fino a 19º e la T14, con pendenza laterale variabile fino a 18º. L'asfalto steso, progettato e realizzato in esclusiva per Zandvoort, prende il nome di FlyingDutch, in onore dei piloti olandesi.
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